RAFFAELLA AMBROSINO - Nuovo Progetto

ASSOCIAZIONE MARIA MALIBRAN
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Il mio percorso di studi musicali ha inizio all’età di 5 anni. Sono nata a Napoli in una famiglia semplice, mia madre casalinga, mio padre impiegato alle Poste italiane. Avviata agli studi dal fratello di mio padre, Gennaro Ambrosino, allora primo oboe dei Berliner diretti dal grande Herbert von Karajan. Conservo vivo il ricordo dei video dei concerti che davano alla tv dove io, bambina, rapita restavo ad ascoltare le sinfonie di Beethoven in cui il mio caro zio era protagonista con il suo oboe che egli definiva la voce di donna dell’orchestra, “il suo più grande amore!”. Ebbene ho sempre cercato da bambina di imitare con la mia voce il suono di quel ligneo strumento che ancora mi risuona in mente. I miei studi musicali hanno avuto inizio con il pianoforte, che suonavo per ore, dedicandomi a quelli che io definisco i compositori dello spirito: Bach, Scarlatti, e poi Schumann. Erano così meravigliosamente profonde e intense le loro pagine di musica che mi divertivo a suonarle e cantarle con la voce naturale. All’età di quattordici anni ebbi un incontro inaspettato con il Maestro dell’Operetta, Sandro Massimini, che non potrò mai più dimenticare. Egli sentendomi cantare mi disse che avrei dovuto pensare di studiare canto lirico e che la mia voce si sarebbe distinta dalle altre… A dire il vero mi disse una delle cose più belle che si potesse dire ad una giovane studentessa che sognava di vivere di musica. Massimini mi disse: “Cara Raffaella, devi studiare il canto lirico perché con questa voce potresti diventare la Callas del 2000!” Ebbene la mia giovane età e la mia non conoscenza della materia mi portarono a fare delle ricerche sulla vita della Callas, e via via mi rendevo conto che c’era qualcosa di più grande dietro quell’incontro: proprio come Alidoro nella Cenerentola di Rossini che per mezzo della sua magia conduce Cenerentola al suo incontro d’amore. Ecco, il canto è questo per me! È l’incontro d’amore più importante! Il Canto inteso come espressione più nobile della scrittura musicale e il suono della mia voce, che è lo specchio della mia anima, uniti in un dolce ed eterno amplesso, e dico eterno perché sogno e credo che questo dono non morirà mai, neanche con la fine del percorso della mia vita terrena, ma continuerà in quel luogo definito Paradiso dove immagino di sentir suonare il mio caro amato oboe di legno. Io credo che un’artista sia chiamata a vivere la propria vocazione, ed io semplicemente ho risposto a questa chiamata che per me è il dono più grande. Ho debuttato giovanissima al Teatro Massimo di Palermo ne la “Serva Padrona” di Pergolesi, diretta dal Maestro Roberto Rizzi Brignoli; poi mi trasferii a Milano dove ho conseguito il diploma di canto a pieni voti al Conservatorio G. Verdi; ho anche conseguito il diploma come miglior allieva all’Accademia per Artisti del Teatro alla Scala. Ho perfezionato i miei studi di canto con i celebri soprani Renata Tebaldi e Magda Olivero. La mia carriera mi ha visto protagonista nei Teatri: San Carlo, Carlo Felice, Petruzzelli, Opera di Roma, Maggio Musicale Fiorentino, Opéra Bastille, Opéra Comique e tanti altri, sotto la direzione di grandi Maestri tra cui Muti, Meta, Oren, Abbado, con le regie di Scaparro, Proietti, Brochaus, Gregoretti, Pizzi, Dall’Aglio. Ho cantato ruoli che porto nel cuore, come la mia amata Carmen, ma anche Santuzza nella Cavalleria rusticana, e poi Suzuky nella Madama Butterfly. Insomma il canto è la mia vita, anzi oserei dire il canto sono io stessa, in fondo insegno ai miei allievi che un cantante non fa musica ma è musica, e un’artista non fa teatro ma è il teatro stesso. Ho sempre cantato tanti ruoli diversi, romantici, virtuosi, veristi ma quelli a cui mi sono voluta dedicare maggiormente sono i ruoli dell’opera del 700 napoletano (il Secolo d’oro). E cosi, dopo essermi dedicata a compositori come Händel e Bach, ho esplorato il mondo di Durante, Pergolesi, Scarlatti, Porpora e di tutti i grandi di questa Scuola musicale unica, e sono riuscita, diciamo cosi, a cucirmi addosso il vestito migliore dei migliori sarti da poter indossare ogni volta che un sogno musicale si realizza. Da questo amore nasce la voglia di fondare l’Associazione Maria Malibran, che prende il nome dalla straordinaria ed eccelsa donna che ha tracciato la storia del belcanto italiano. Attraverso la Malibran mi sono dedicata alla riscoperta di manoscritti di scuola Napoletana di compositori come i grandi Cimarosa, e Jommelli ed ho deciso di ridare vita ad opere mai più eseguite in epoca moderna come La Finta Parigina di Cimarosa che ha debuttato al Teatro Trianon e successivamente ha inaugurato la stagione della Jeune public all’Opéra Bastille a Parigi. Il cast mi vedeva protagonista al fianco di giovani talenti partenopei che io stessa ho selezionato sul territorio campano. L’Associazione ha poi risvegliato in me il desiderio di ricordare figure femminili che hanno lasciato un segno importante nella storia della musica, come la Giulia De Caro (la Ciulla della Pignasecca), la voce ammaliatrice di Napoli nel ‘600; e ancora, la mia amata Anna Magnani: da lei ebbi l’ispirazione nata in una notte in cui l’ho sognata e ho avuto la fortuna di parlarle, e poi ci fu la casualità che di lì a poco, mentre mi recavo a Cinecittà per una trasmissione televisiva, inciampando mi si spezzò il tacco della scarpa sulla stella con su scritto Anna Magnani. Allora pensai che lei mi stesse cercando… in fondo abbiamo tanto in comune. Cosi a quarant’anni dalla sua scomparsa, nasce “Nannarella- Napoli e Roma nel dopoguerra” per la regia di Gigi Dall’Aglio, dove ho cantato e recitato proponendo l’essenza di una grande donna e madre quale lei era, qualità che hanno fatto di lei l’artista che è stata, ed è diventata un mito senza tempo. In fondo, lavorare su di lei mi ha fatto comprendere che un vero artista è tale quando tramuta il proprio lato umano in arte pura sul palcoscenico, portando con sé la propria umana fragilità e mettendo il cuore in ogni pagina scritta e vissuta in nome dell’arte. Oggi con consapevolezza posso dire che il mio lato umano mi ha resa l’artista che sono e che questa artista ogni volta vive, muore e rinasce in palcoscenico. Per questo non mi fermo mai, sono sempre alla ricerca di nuovi personaggi a cui dare vita come la mia ultima Dirindina di Domenico Scarlatti che ha debuttato al Teatro Apollo di Lecce nel festival Barocco Leonardo Leo, il cui direttore artistico artistica è Cosimo Prontera, in collaborazione col festival Francesco Durante, e con la direzione artistica di Lorenzo Fiorito. La Dirindina è l’inizio di una nuova impresa in cui mi dedicherò alla ripresa degli intermezzi napoletani del ‘700 riportati in scena e riletti in chiave moderna, rendendo il pubblico protagonista della commedia stessa. Pertanto l’Associazione Maria Malibran fonda i “Febi Armonici Neapolitani” insieme all’ensemble strumentale Fanzago Baroque Ensemble” e al baritono Carmine Monaco D’Ambrosìa, a cui mi lega una grande passione per i ruoli della “Commedeja pe’ Musica”, oltre che anni di musica condivisi in palcoscenico. La storia della mia vita è dedicata interamente alla musica, all’arte, a chi mi ascolta, a chi mi ama e più di tutto ai miei figli e ai miei pelosi, i gatti e il cane. Sono convinta che si viene scelti per il proprio cammino e bisogna saper rispondere alla chiamata e vivere con coraggio la propria missione, che per me è la musica e la scelta di essere una mamma single e crescere tre figli riuscendo a conciliare la vita di teatro e di produzione con il percorso di genitore che è sicuramente un’impresa. Il mio segreto è stato quello che ho sempre vissuto le mie gravidanze come una dono del cielo, ho cantato in teatro per tutti i nove mesi di gestazione e ho ripreso a cantare un mese dopo la nascita dei miei figli. Sono donna, madre e artista fortunata, perché a me sono stati donati questi figli speciali che hanno deciso di seguire liberamente il cammino musicale come a voler continuare il percorso della loro mamma. Riccardo studia composizione e già da anni scrive, compone musica e aspira a diventare direttore d’orchestra. Andrea è la voce d’angelo che sin da piccino ha emozionato i cuori di tutti ed è stato protagonista all’hotel Vesuvio di Napoli lo scorso agosto delle celebrazioni per il centenario della morte di Caruso organizzate dal Ministro Franceschini, ricordando appunto il grande tenore bambino. Poi c’è il mio piccolo grande guerriero Davide, anch’egli con un’angelica voce e con un grande senso musicale che ha ispirato un mio grande progetto di cui sono certa sentiremo parlare. Il piccolo Davide è amore puro! Il progetto, denominato A. M. I. (Attività Musicali Inclusive), si ispira a lui e sarà dedicato al grande Maestro e amico Ezio Bosso. Insomma casa Ambrosino è un laboratorio di Teatro e Musica. I miei prossimi appuntamenti partono da dicembre con il festival di Napoli diretto da Massimo Abate dove sono membro in giuria nella sezione (Lyric) e subito dopo il mio debutto nell’intermezzo musicale la “Finta tedesca” di Hasse per il Festival del ‘700 Napoletano diretto dal caro amico e Maestro Enzo Amato al fianco di Carmine Monaco D’Ambrosia per la regia di Riccardo Canessa. Al teatro Bolivar a gennaio ritorna la Dirindina e a marzo nel giorno della festa della donna Nannarella. Nel mese di febbraio al teatro Rosetum di Milano (il primo Teatro dove cantò la Callas arrivata in Italia) sarò presidente del Concorso lirico internazionale Maria Malibran, organizzato dalla mia associazione Malibran in collaborazione con il Maestro Maurizio Carnelli. I giovani vincitori saranno protagonisti di opere di compositori di scuola Napoletana prodotte dalla Associazione Maria Malibran.
Questa la mia storia!

Raffaella Ambrosino

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